Zibaldone cadorino
Cortina d'Ampezzo, parte del Cadore
Volente o nolente è da considerarsi cadorina anche Cortina in quanto i suoi contatti con gli atesini (o cosiddetti 'Ladini1' del Sella) sono senza traccia. Cortina è nata e cresciuta cadorina con una sola storia civile (fino al 1511), religiosa (fino al 1752) e linguistica (fino ai nostri giorni). Le leggi, gli usi, le consuetudini, sono state le medesime in tutto il Cadore compresa Cortina. Per cui si può ben dire, con l'insospettabile storico, il dott. Giuseppe Richebuono, che Cortina, è parte del Cadore.
«A questo punto finiscono le supposizioni, le deduzioni, le induzioni e si entra per Ampezzo2 finalmente nel periodo storico, si trovano i primi documenti ancora conservati e controllabili. Essi ci dimostrano, senza ombra di dubbio, che Ampezzo allora faceva parte del Cadore, era assolutamente alla pari con gli altri paesi del Cadore, senza nessuna differenza del Cadore già prima, anzi da sempre. Infatti non troviamo nessuna tradizione che ricordi una origine diversa, nessuna traccia di appartenenza ad altro gruppo o ad altra valle, nessun influsso che venga da qualche altra parte. Del resto nessuno storico tedesco osa dire il contrario e persino Huter3 dice che la popolazione di Ampezzo venne dal Tagliamento, attraverso il Cadore. Oltre la realtà geografica della pochissima distanza fra Chiapuzza ed Acquabona, c’è il dialetto, del tutto analogo a quello di San Vito (di Cadore), come già visto, cosa questa assai probante; i documenti locali di Ampezzo e di San Vito, confrontati, ci mostrano le stesse usanze, consuetudini, istituzioni, gli stessi nomi e soprannomi e addirittura una Regola di Vinigo in territorio ampezzano, mentre non è documentato in Ampezzo nessun tedesco e nessun badiotto, vi troviamo scambio continuo di persone col Cadore. Negativamente non c’è un solo documento che accenni alla dipendenza da altri; positivamente ci sono continue ed ininterrotte attestazioni della appartenenza di Ampezzo al Cadore.»