L'alpino Ermagora De Donà è tornato a casa dopo ben 58 anni
di Francesco Dal Mas - Corriere delle Alpi, 5 novembre 2000
LORENZAGO. Ermagora De Donà è ritornato. Dopo che per 57 anni era stato dichiarato
disperso. In Russia. Il fratello Galliano e la sorella Chiara, che
l'avevano salutato, con le lacrime agli occhi, in quel lontano
agosto del 1942, sono andati a riprendere i suoi resti mortali a
Redipuglia. Erano appena rientrati dalla Russia.
E' accaduto ieri
mattina, quando Galliano De Donà e Chiara Felice, accompagnati da due
nipoti di Ermagora, si sono presentati al sacrario delle 40 mila
vittime della prima guerra mondiale.
Insieme a loro c'erano il
sindaco di Lorenzago, Nizzardo Tremonti, il capogruppo dell'Ana,
Aurelio Duravia, e 4 ex alpini. Tutti con le lacrime agli occhi,
quando, dopo la cerimonia col presidente Ciampi ed il ministro
Mattarella, si sono recati sotto le grandi croci dell'immenso
cimitero, per farsi consegnare l'urna. 70 centimetri di lunghezza,
30 di larghezza, la piccola bara era avvolta nel tricolore.
Benedetta da un cappellano militare, è stata deposta nel bagagliaio
della macchina. Una scena resa ancora più struggente perché alla
famiglia è stata consegnata, in una busta di plastica, la mostrina
di Ermagora. «Mi sembra di rivivere, come fosse ieri, quel giorno di
58 anni fa, in cui mio fratello - racconta, commosso, Galiano - salì
sulla corriera per Udine, da dove partì subito dopo per la Russia.
Andammo tutti a salutarlo; io ero piccolo, avevo solo 7 anni, ma non
ho mai dimenticato quell'addio». Galliano è rientrato appositamente
dal Lussemburgo, dove vive e lavora, per partecipare
all'evento.
Una partenza, quella del 1942, che divenne ferita
lacerante quando l'alpino di Lorenzago venne dato per disperso (nei
primi mesi del 1943) e sua madre cominciò, per questo motivo, ad
ammalarsi, fino a morire.
Oggi, in paese, la solenne cerimonia
della memoria. Prima il corteo degli amministratori e consiglieri
comunali, con tutte le associazioni, alpini in testa. Poi l'omaggio
ai Caduti, presso il monumento delle scuole, dove il sindaco
Tremonti partirà dalle sofferenze che Lorenzago sta vivendo (la
morte recente di Gabriele Dorigo, quella di monsignor Sesto Da Pra,
il parroco di tre generazioni, il rientro dei resti di De Donà), per
raccomandare ai concittadini la condivisione e l'unità. Poi, in
piazza, davanti al monumento ai dispersi, un altro momento di
riflessione. Quindi la messa solenne, in chiesa. Dove, di fatto, a
Ermagora De Donà verrà celebrato il funerale. L'urna sarà deposta
davanti all'altare e una foto del giovane Ermagora lo farà rivivere
ai suoi compaesani.
Ieri pomeriggio, quando i familiari sono
rientrati da Redipuglia, la piccola bara è stata deposta
all'ingresso di casa De Donà, su un tavolo, coperta da un lenzuolo
bianco. A lato, due candelabri. Davanti, un mazzo di fiori. Fratello
e sorella hanno vegliato quel che resta della salma per lunghe ore.
Da Redipuglia, però, sono ritornati a Lorenzago con un pizzico di
amarezza. La riassume il sindaco Tremonti.
«Mentre ringraziamo le
autorità militari per il recupero dei resti di Ermagora, come di
altri 570 combattenti, non possiamo nascondere la delusione -
sottolinea il sindaco - per il fatto che il ministro della difesa
Mattarella, nel suo quarto d'ora d'intervento, alla presenza di
Ciampi1, non ha avuto una parola che fosse una per questi italiani
che hanno dato la vita per la nostra libertà2».